(Adnkronos) – Il Canada risponde a Donald Trump. Dopo aver ‘incassato’ i dazi del 25% che partiranno da domani, oltre alla volontà del tycoon di rendere Ottawa il 51esimo Stato americano, il premier canadese Justin Trudeau ha invitato i canadesi ad acquistare prodotti locali e ha risposto con dazi ai beni americani. Il popolo canadese -in particolare quello sportivo – sta dimostrando di stare dalla parte del suo leader, e in diversi eventi sportivi, di leghe americane ma giocati in Canada, si sono registrati fischi e rumorosi ‘buu’ all’inno americano.
Poche ore dopo l’annuncio da parte di Trump di voler imporre pesanti tariffe sulle importazioni canadesi, i tifosi di hockey degli Ottawa Senators hanno ricoperto di fischi l’inno americano suonato prima della loro sfida contro i Minnesota Wild. Scene simili si sono viste anche nella sfida di basket Nba tra Toronto Raptors e Los Angeles Clippers, dove gli oltre 10.000 presenti alla Scotiabank Arena hanno fischiato l’inno americano cantato da una ragazza di 15 anni.
Molti canadesi, scrive la Bbc, stanno evitando di acquistare prodotti americani, aiutati da alcuni supermercati che ora etichettano lo yogurt canadese per distinguerlo da quello americano. A partire da domani, in alcune province canadesi, come l’Ontario, i prodotti alcolici americani verranno ritirati dai negozi, e il governo canadese ha annunciato tariffe su beni statunitensi per un totale di 155 miliardi di dollari canadesi, comprese verdure, abbigliamento, attrezzature sportive, profumi e altri articoli. Nel mirino soprattutto prodotti provenienti da stati a guida repubblicana, come il succo d’arancia della Florida, che sta subendo un boicottaggio di massa in Canada.
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Pubblicato da Giorgio Consolandi
Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!
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