In controtendenza con un momento di esaltazione per videogames violenti, dove si vince se si ammazzano persone o se si spara meglio dell’altro, in un contesto attuale dove anche i nuovi modelli sociali e musicali diffondono concetti discutibili, rivolti ai giovani, arriva il videogame buono, quello che serve ad aiutare ad affrontare meglio l’ospedalizzazione e le terapie spesso pesanti, ai bambini malati di cancro.
Si tratta di “Tommi” scritto all’italiana, senza la Y, è un videogioco sviluppato da una start up italiana, la Softcare Studios.
Tommi arriva all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, grazie alla collaborazione con l’Associazione Dear Onlus e con la Fondazione Amici di Jean. Sarà di aiuto ai bambini, ricoverati nel reparto di Oncoematologia pediatrica, diretto da Franca Fagioli, a tenere a bada e ridurre, dolore, stress e ansia, durante le procedure mediche che di solito, necessitano di somministrazioni anche importanti, di farmaci sedativi o antidolorifici.
Il vidoegame dà l’illusione ai bambini di trovarsi in un ambiente di fantasia, coinvolgendoli in attività svariate. Si trovano impegnati nella ricerca di piccoli esserini che appaiono e scompaiono e muniti di bacchetta magica, devono assolvere al compito di colorare un drago volante e ancora, un’infinità di altre distrazioni dall’ambiente ospedale e dal processo medico in corso.
Il contenuto dell’avventura virtuale in Tommi è ricco di piccole sfide, pensate per testare l’abilità del bambino e queste reazioni potrebbero essere interessanti per la valutazione per il decorso della terapia stessa.
Insomma una sorta di Patch Adams del terzo millennio, che coinvolge in prima persona il piccolo paziente. Una marcia in più adottata in parallelo, dalla Medicina, grazie ad un’Azienda italiana.
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Pubblicato da Giorgio Consolandi
Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!
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