Verissimo, Alice e Asia D’Amato: “Papà ci manca tanto, grazie alla ginnastica siamo andate avanti”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – Le sorelle D’Amato sono state ospiti oggi, sabato 10 maggio, a Verissimo. Alice e Asia, unite dalla passione per la ginnastica artistica, hanno raccontato gli esordi nella palestra di Brescia, le Olimpiadi di Parigi 2024, dove Alice ha vinto l’oro alla trave, e hanno ricordato il papà Massimo, scomparso nel 2022.  

Asia e Alice hanno 22 anni: “Siamo una cosa sola, facciamo tutto insieme”, hanno detto le due sorelle nello studio di Silvia Toffanin, unite dalla passione per la ginnastica artistica: “Abbiamo fatto tantissimi sacrifici, ma tornerei indietro per rivivere tutto dall’inizio”, ha detto Asia. “Fare insieme questo percorso è stata la cosa più bella”, le ha fatto Eco la sorella Alice.  

Entrambe hanno cominciato a fare ginnastica artistica all’età di 7 anni e a 10 si sono trasferite lontano dai genitori per inseguire il loro sogno: “È stato difficilissimo inizialmente, lasciare la famiglia è stato devastante. Ci siamo aiutate a vicenda, volevamo solo costruire i nostri sogni e arrivare lontano”, hanno detto le due sportive.  

Alice e Asia hanno ricordato il papà Massimo, scomparso dopo una lunga battaglia contro una malattia: “Lui c’era sempre, anche ultimamente, quando stava male, cercava di venire. E quando non riusciva, si arrabbiava con se stesso, voleva viversi di più le sue figlie. Quando è venuto a mancare ci è caduto il mondo addosso. Grazie alla ginnastica siamo andate avanti, era diventato uno sfogo”.  

“La nostra paura – continua Alice D’Amato – era di tornare a casa la domenica e non trovarlo più”. Gli ultimi momenti di papà Massimo: “Ci ha chiamato due ore prima di morire, ha aspettato che arrivassimo a Genova per poi andarsene via, ci aveva detto che ci ama tantissimo, di essere orgogliose di quello che abbiamo fatto e che lui ci sarà sempre”. Parole che Alice e Asia non dimenticheranno mai.  

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!