Mica tutti sono cristiani, e allora meglio evitare di augurare buon Natale, ci limiteremo a farci gli auguri di buone vacanze. Queste sono in sintesi le linee guida della Commissione europea, in nome dell’inclusione e del rispetto per gli altri.
Non stiamo scherzando, proprio dalla Commissione Ue arriva “il suggerimento” di evitare, magari distrattamente, di augurare buon Natale ad un cittadino straniero che si trovi nel nostro Paese. Molto meglio un generico augurio di buone vacanze.
La comunicazione verbale
Le parole sono importanti, ne sa qualcosa Nanni Moretti. Certi termini del lessico stanno pian piano eclissandosi lasciando posto ad altri più appropriati e più consoni ai tempi. Guai a parlare di finocchi se non ci si riferisce ai prodotti ortofrutticoli. E se proprio si deve pronunciare la parola “cieco” è bene che la si usi per definire un vicolo senza uscita, altrimenti è meglio dire “non vedente“. Anche dare del “figlio di mignotta” a qualcuno in fondo è sconveniente, forse sarebbe più corretto dargli del figlio di una escort.
Cambiare ma con intelligenza
Eccesso di zelo, ricerca della spasmodica apertura alla multietnicità, rispetto elevato all’ennesima potenza? Non è facile districarsi nel panorama dei lemmi della lingua e dei modi di dire. Stiamo imparando a comunicare verbalmente con l’attenzione di un giocatore di scacchi. Forse questo ci aiuterà a pensare diversamente ma confesso che per me dire: disabile o diversamente abile, evoca il medesimo concetto.
C’era una volta…
“Pittore, ti voglio parlare Mentre dipingi un altare. Io sono un povero negro e d’una cosa ti prego…” Questo è l’inizio del testo della canzone di Fausto Leali “Angeli negri“. Un bel cazzo di problema… Ora, su Spotify, ho verificato se l’hanno per caso epurata sostituendo il termine negro con il più eticamente corretto “nero”. Niente da fare, resiste la versione originale del 1968.
Non staremo esagerando?
Detto ciò, mi pare inutile proseguire sull’uso delle parole idonee alla comunicazione verbale attuale, eticamente corrette e allineate al concetto inclusivo. Sono contento che la “lingua viva” agevoli un percorso di crescita sociale, che contribuisca a modificare comportamenti ed abitudini. Sono altresì scioccato, se non divertito, dall’esagerazione che accompagna questo processo, al punto di disturbare organismi sovranazionali come la Ue.
Lo specchio dei tempi
Le parole mutano per sottolineare il cambiamento dei comportamenti sociali ed è quasi sempre giusto. Mi viene alla memoria il crocifisso che c’era nelle aule scolastiche e che, non aveva la preoccupazione di offendere nessuno.
La mia irriverenza precoce di giovanissimo studente, mi indusse a una presa in giro all’insegnante di religione, girai il crocifisso col Cristo rivolto verso il muro, in modo che si vedesse solo la croce vuota. Poi apposi un bigliettino con la scritta “torno subito”.
Il prete deputato all’insegnamento della religione entrò e se ne avvide immediatamente, ma sorrise e poi passò tutta la sua ora a cercare di persuadermi bonariamente ad un comportamento più etico. Oggi non sarebbe più possibile uno scherzo simile.
Buone vacanze a tutti.