Calenda si candida per Roma ma teme le primarie?

Eurodeputato da luglio 2019, Carlo Calenda è il leader di Azione. Viceministro dello sviluppo economico nei governi Letta, poi ministro dello stesso dicastero nei governi Renzi e Gentiloni.

“Ho deciso di candidarmi a sindaco di Roma, ma non faccio le primarie” Così ha dichiarato ieri sera, ospite da Fazio a Che tempo che fa.

Nicola Zingaretti, ha sempre parlato di primarie, ma il leader di Azione chiede sostegno pieno al Pd.
Sulla Stampa si legge: …scombina i giochi e per il momento incassa solo l’endorsement di Enrico Letta: “Mi sembra una buona opzione, sarà poi Zingaretti a decidere: sta facendo un ottimo lavoro come presidente della Regione Lazio e come segretario del Pd”. Mentre il sostegno di Matteo Renzi dovrebbe arrivare presto.

Carlo Calenda dice che per la sua candidatura a sindaco della capitale si aspetta l’appoggio anche dalle associazioni e le organizzazioni sul territorio, oltre che dai partiti.
Poi ricorda che il Pd diceva che non avrebbero mai fatto accordi coi 5 Stelle e che invece ha cambiato idea. Poi facendo un distinguo tra governo e amministrazione cittadina, parte con le critiche all’amministrazione di Virginia Raggi, dicendo che sono le stesse che fa anche Zingaretti, Precisando che entrambi ritengono “disastrosa” la gestione Raggi.

Sulle primarie esprime il suo pensiero: “Fare le primarie oggi sarebbe complicato, farle più avanti significherebbe parlarci addosso per mesi. Io ho fatto anche lo scrutatore alle primarie del Pd, ma credo che dobbiamo cercare di allargare il campo il più possibile. E poi c’è un piccolo dettaglio, c’è un’emergenza sanitaria. Come pensiamo che la gente esca di casa.” E poi ricorda: “Dalle primarie uscirono sconfitti Sassoli e Gentiloni, che ora il Pd vorrebbe candidati”.

Insomma volendo fare i maligni, le cose sono due, o teme che alle primarie non godrebbe di sufficienti consensi, oppure è un illuminato della politica.

calenda non chiede “pieni poteri…”, ma “pieno appoggio”. Di lui ci si può fidare?

Alla domanda se sia di destra o di sinistra, Calenda risponde: Sono un socialdemocratico liberale!

Sono diversi i partiti politici nei quai ha militato: Italia Futura, Scelta Civica, Partito Democratico, Siamo Europei e Azione.
Attualmente, è un europarlamentare, eletto grazie ai voti del PD, che ha immediatamente abbandonato per formare il suo partito.

Da europarlamentare guadagna tra i 16.000 e i 19.000 euro al mese. Ma le “malelingue” dicono che in Europa ci vada giusto il tempo necessario per ritirare lo stipendio.

Calenda ha deciso di candidarsi a sindaco di Roma, otterrà una manciata di voti, ma gli basterà per diventare consigliere comunale.
Si troverà così con due lavori e dovrà dedicare più tempo al ritiro degli stipendi. Sperando che questo non provochi in lui eccessivo affaticamento, viene da confidare nella benevolenza dell’elettorato di scegliere di non caricare troppo quest’uomo di gravami, costringendolo ad un superlavoro.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!