Il generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in audizione alle commissioni Difesa è stato chiaro. “mi rivolgo ai miei equipaggi – ha detto – mai come adesso ogni cosa va fatta secondo le regole”.
Goretti ha precisato di aver autorizzato il raddoppio degli Eurofighter in servizio con la Nato in Romania, ma “siamo a meno di 20 miglia dal confine con l’Ucraina”. “Dobbiamo dedicare la massima attenzione alla nostra attività di difesa aerea” ha spiegato, precisando che “basterebbe niente per sconfinare e trovarci in guerra”.
Lo sconfinamento nei cieli oltre il confine ucraino sarebbe infatti rilevato dai Russi e ciò comporterebbe di sicuro un passo “dentro il conflitto” delle nostre Forze armate aeree. Questo è in altre parole il richiamo alla massima attenzione del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare.
E’ realmente possibile entrare nello spazio aereo ucraino?
Naturalmente le quasi 20 miglia non sono poche, e superarle vuol dire andare assai fuori rotta. E’ però anche vero che basterebbe poco perché questo possa accadere, da un guasto agli strumenti di rilevamento a un danno strutturale. Tutto può costituire pericolo di sconfinamento. I velivoli di solito non compiono sorvolamenti in solitaria e laddove uno degli apparecchi dovesse trovarsi troppo a ridosso della linea di confine, avrebbe comunque il richiamo degli altri. Ma sono tutte ipotesi fantascientifiche, è ovvio che i nostri piloti siano capaci di compiere ogni missione secondo regola.
L’allerta del Capo di Stato Maggiore
Quello che invece è il significato implicito delle parole del generale Goretti è la chiara intenzione di non dare luogo in alcun modo ad una qualsiasi ragione che possa allargare il conflitto russo-ucraino ai Paesi Nato. La ferma intenzione della Nato e di tutto l’Occidente é di non provocare il coinvolgimento di alcun Paese nella guerra. Basterebbe anche uno solo dei Paesi del Blocco occidentale interessato direttamente nel conflitto, per trovarci immediatamente nella terza guerra mondiale. Ogni provocazione non sarebbe risolvibile in via diplomatica, non in questo momento di fragile tensione internazionale. Le parole del generale vanno quindi lette come rivolte non limitatamente alle Forze armate italiane.