Carmen in cella con Ilaria. Condizioni disumane devi scegliere: ora d’aria o doccia

Il racconto di Carmen Giorgio, compagna di cella di Ilaria Salis nel carcere a Budapest, conferma e aggiunge particolari a quanto già reso noto dall’attivista e da suo padre. La donna ha parlato di una situazione che “niente ha a che fare con l’Unione europea“.

L’arresto e la decisione di stare la cella con Ilaria

“Ho conosciuto Ilaria Salis perché eravamo compagne di cella in Ungheria”, dice Carmen alla trasmissione televisiva su La7 In altre parole. Carmen è stata arrestata perché ha fermato la polizia per chiedere un’informazione e si è ritrovata in manette. E’ stata accusata di traffico di esseri umani perché aveva delle persone a bordo e un passaporto non europeo, e in Ungheria è reato. Poi in prigione le hanno detto che c’era una ragazza italiana, ma che non fumava, e lei pur di stare con una connazionale ha smesso di fumare.

Condizioni disumane

La descrizione delle condizioni della detenzione conferma e aggiunge particolari a quanto già raccontato da Ilaria Salis e da suo padre. Carmen Giorgio Racconta al giornalista Massimo Gramellini “Le nostre giornate erano vissute in cella 23 ore su 24”. Poi spiega che c’era l’ora d’aria ma si doveva scegliere se poter fare la doccia o “godere” dell’aria. E precisa: “Che poi non era nemmeno aria, c’erano cinque aree piccolissime circondate da ferro, con la rete sopra, dove di aria ne passava davvero poca. Tra l’altro c’erano pure i topi”, aggiunge Carmen definendo le condizioni disumane, “a cominciare dalla colazione, quando venivano serviti dei salamotti che noi diamo ai cani”. “Dei salami che davano a fette, una a testa”. Poi il racconto del pranzo: “A pranzo ci davano delle zuppe e una pasta dolce e anche delle conserve che dovevano servire per la cena. Se provavamo a tenerci un po’ di avanzo del pranzo per la cena, ce lo buttavano via”.

Ilaria, racconta la sua ormai ex compagna di cella, aveva chiesto una dieta diversa, perché è intollerante al pomodoro. Sono dovuti passare ben tre mesi prima che l’istituto carcerario concedesse un cambio all’alimentazione. Il racconto poi si sofferma sul fatto che per settimane sono state in otto nella cella, che tra l’altro era piena di cimici. Insomma un quadro drammatico di una situazione carceraria che realmente ha molto poco di umano.

Ilaria studiava

Il giornalista poi chiede di Ilaria e Carmen Giorgio dice “Ilaria studiava, si stava preparando per il concorso per passare di ruolo”. Sottolinea che l’attivista aveva la convinzione che presto l’avrebbero liberata perché si sarebbero accorti dell’errore. Oggi sappiamo che non è andata così [ndr]. Poi ancora parlando del fatto che la sua compagna passasse del tempo a studiare, Carmen sottolinea che non c’era altro da fare, in televisione non capivamo niente e le guardie erano molto rigide.

“Quando l’ho vista l’ultima volta, le ho detto io ti aiuto, ti tiro fuori di qui, se devi pagare vieni in Italia a pagare il tuo debito con la giustizia”, ha concluso Carmen.

Foto tratta da video in rete

Articolo pubblicato dall’autore su ifattinews.it

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!