Concessioni balneari. Malgrado gli incassi record il Governo taglia il canone del 4,5%

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Il canone minimo da pagare sarà di 3.225 euro all’anno. Eppure nel 2023 la media degli incassi di ogni stabilimento è stata di 260.000 euro all’anno.

Un pezzo di spiaggia non si nega a nessuno

Si fa un gran parlare di concessioni balneari delle spiagge del demanio e tutto sommato si deve ammettere che tali concessioni siano un’ottima opportunità di guadagno. Inoltre il motivo di tanta animosità in merito alla materia è che sarebbe prevista la proroga, quindi chi ha gestito la sua fetta di arenile la scorsa stagione farà altrettanto per la prossima. Ma i benefici non finiscono qui perché il governo ha abbassato il canone annuo del 4,5%. Tutto è stabilito in una circolare del ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini.

Ma quanto mi costi?

Facciamo quindi due conti veloci veloci: Il canone per un pezzo di spiaggia (di proprietà demaniale) avrà quindi un costo minimo di canone pari a 3.225.50 euro per tutto il 2024. Lo scorso anno il canone minimo che un concessionario doveva allo Stato era di 3.377,50 euro/anno. Il risparmio è quindi di 152 euro, una piccola somma che comunque invece di tendere al rialzo, diminuisce.

Quanto conviene affittare una spiaggia

Ricordiamo tutti l’impennata pazzesca dei prezzi di ombrelloni e sdraio della scorsa stagione, e questo avrebbe fatto presupporre ad un adeguamento delle tariffe di canone. Invece evidentemente il rapporto costi/guadagni è inversamente proporzionale. Questo succede perché l’adeguamento è regolato da un meccanismo degli anni ’90 che tiene conto di diversi indici Istat di inflazione. La Corte dei Conti nell’ultimo rapporto ha evidenziato che nel 2020, a fronte di 12.166 concessioni, lo Stato ha incassato soltanto 92,5 milioni. Il fatturato medio di ogni stabilimento balneare però, in base ai calcoli di Nomisma ha avuto una media di 260mila euro per la stagione. (260mila per oltre12 mila concessioni) porta a una cifra di circa 3 miliardi e 200 milioni di euro…

Le obiezioni della Ue

Nel novembre scorso la Commissione europea ha inviato al nostro Paese un parere motivato per “violazione della Direttiva servizi (Bolkestein) e del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea” sulle concessioni balneari.

Da Bruxelles arriva il termine di due mesi per presentare le nostre osservazioni. Un periodo che sta quindi per terminare e nei prossimi giorni il governo dovrebbe aprire una “seduta” per discutere della questione. Questione che viene affrontata anche a livello giudiziario. Sono numerose le sentenze dei Tribunali amministrativi regionali che hanno annullato le proroghe alle concessioni dei Comuni, perché in contrasto con la normativa dell’Ue.

Nella foto: spiaggia di Ostia tratta da touringclub.it

Articolo pubblicato dall’autore su ifattinews.it

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!