L’effetto che provoca nell’opinione pubblica la morte di qualcuno è sempre quello di una predisposizione alla benevolenza, una ricerca intima, quasi inconscia di valutare quanto di buono ci sia e se non c’è, si prova a “costruirlo” raccogliendo frammenti positivi. Il tempo è galantuomo ma la morte lo è ancora di più e più efficacemente, perché il colpo di spugna avviene quasi nell’inconsapevolezza, esso è dettato dal dolore naturale che una scomparsa deve necessariamente evocare.
Era tanto buono
Volendo prescindere dalle morti di efferati criminali, stragisti, terroristi… La dipartita di chiunque, rimescola le carte e serve nuove combinazioni (positive) nella disamina del caro estinto. I giudizi a quel punto divengono benevoli, carezzevoli all’estremo e tendenti ad obliare quanto di brutto egli abbia commesso in vita. Non si scappa, è un meccanismo cerebrale automatico. perverso, un’aberrazione della realtà. Questo istinto pregno di infinita umanità dalle connotazioni quasi religiose si applica ancor più facilmente alla scomparsa di personaggi pubblici.
Quando si è in vita, bisogna fare i conti con il confronto quotidiano col prossimo, e si sa bene che l’altro non transigerà. Quando si è ancora parte del mondo si è obbligati alle responsabilità che la società impone. Ogni trasgressione, ogni malefatta, è soggetta a valutazione critica che non concede sconti. Così quando un uomo politico, un imprenditore del calibro di Silvio Berlusconi, si prende il lusso di “abusare”, ne consegue una imponente levata di scudi. Non si concede nulla a chi ha già molto, a chi ha addirittura troppo, e ci mancherebbe pure…
Il severo giudizio popolare
Le tante imputazioni che Berlusconi ha subito in vita hanno reso la sua figura per lo meno controversa nel panorama politico. A nulla valgono le eventuali “cose buone” che potrebbe aver compiuto, perché la sua immagine viene ormai schiacciata dai tanti “illeciti” che gli sono stati contestati. Non si può perdonare un festino erotico tra attempati signori ed escort strapagate, non si può girare la testa di fronte a tentativi (riusciti o meno) di corruzione. Non sono tollerabili certe leggi di comodo, le promesse disattese, e men che meno il conflitto di interessi e le presunte connessioni con organizzazioni mafiose…
Una figura compromessa
Le accuse all’uomo e al politico, giuste o sbagliate che siano, hanno incrinato irrimediabilmente l’aspetto pubblico e privato di Berlusconi. Le operazioni di maquillage mediatico, le foto con bacini ad agnellini, carezze a bambini e coccole a Dudù, non ce la fanno proprio a restituire un’immagine di uomo buono. Ormai nella testa della gente ci sono certe memorie di cose commesse (o presunte tali) che non lasciano spazio ad atteggiamenti di ammirazione.
Dei tanti processi, in uno è condannato… Ma come diceva il Marchese Del Grillo, lui è lui, e infatti la pena è commutata in un impegno nei sevizi sociali. Il Cavaliere (Nero) venne inoltre inibito ai pubblici uffici e questo lo relegò ad un ruolo da “dietro le quinte” in politica. Ma lui da burattinaio esperto, ha saputo muovere i suoi alter ego e attendere pazientemente.
Il tracollo del Partito
Forza Italia è un partito personale, è l’espressione del suo creatore, non è un’accozzaglia di democratici partecipanti ad un progetto comune, è piuttosto una Corte dove il Re indiscusso è solo Silvio Berlusconi. Tant’è che chi ha osato in passato mettere in discussione le sue decisioni è stato agevolato all’uscita dal partito.
Il denaro compra molto, quasi tutto, ma è proprio quel “quasi” che ha “fregato” il signor B. Il limite del potere economico, alla fine, è stabilito dalla capacità di ragionamento delle masse. Non è che si possa “fottere” il popolo ed uscirne indenne, si può tentare un recupero parziale con favori e regalini, perfino con promesse lusinghiere, addirittura con ammiccamenti. Il grosso dell’elettorato però si perde.
Forza Italia alle ultime elezioni non è arrivato alla doppia cifra, ha ottenuto poco più dell’8% in quota alla coalizione del centrodestra. Berlusconi ha visto l’affermazione della sua ex figlioccia, Meloni e di quella (più modesta) di Salvini.
Un copione già scritto
La fine però non è arrivata, anzi i forzisti capitanati dal Berlusca, si sono seduti al governo, e il fido Tajani, s’è beccato addirittura la carica da vicepremier, e qui, come dicono a Roma, un bel “e me cojoni!” Ci sta tutto.
I ricoveri hanno fiaccato ulteriormente la figura di leader, la scarsa percentuale di consensi elettorali non hanno inoltre permesso al politico di far il buono e il cattivo tempo. Ha dovuto appiattirsi alla volontà di Giorgia che con un cipiglio d’ordinanza affronta colloqui internazionali che un tempo erano di appannaggio berlusconiano.
Perfino Il capo del Carroccio detta legge al buon Silvio, il quale però conserva l’arma del potere economico e ha la consapevolezza che senza soldi non si canta messa, quindi: in campana a tirar troppo la corda, è il messaggio implicito agli alleati della maggioranza.
La fine di un’epoca?
Morto Berlusconi e superata la fase dei titoli dei giornali e dei pragmatici messaggi di cordoglio da ogni parte del mondo, è scattata quasi immediatamente quella che appare come un’operazione di ripulimento mnemonico mediatico. Le televisioni Mediaset e quelle di Stato, ma anche le altre… Hanno iniziato a bombardare il telespettatore con un vero e proprio carosello interminabile di interviste alla gente.
Tutte, ma davvero tutte, cazzo, sono testimonianze di quanto fosse buono, bello, alto e intelligente quest’uomo. Ci sono quelli che lo descrivono come un grande imprenditore e grande politico, altri parlano di lui come un padre. Una signora non giovanissima ha detto che quando c’era lui tutto andava avanti e “adesso” andiamo indietro… La signora probabilmente non ha pensato che “adesso” a governare c’era anche lui. Tutti gli intervistati lo hanno descritto come un figura insostituibile, un brav’uomo, uno che ha aiutato un sacco di gente, tutti si sentono orfani e tutti, nel loro intimo, piangono disperati questa grave perdita. I più arditi hanno addirittura preconizzato la fine senza Berlusconi al comando del Paese. Viene adesso da interrogarsi sul perché alle elezioni il risultato non sia stato aderente alle opinioni delle interviste, giacché a quanto parrebbe, bisogna attendersi da un momento all’altro l’invocazione a Santo Subito!
Teorie
Le ipotesi di quanto le tv ci stanno mostrando sono almeno due. Siamo al cospetto di un’emotività estrema che, come detto, cancella ogni memoria negativa, oppure, stiamo subendo sul serio un lavaggio del cervello a beneficio postumo di un politico controverso che ha tenuto per le palle il Paese? Le motivazioni di questa seconda ipotesi è chiaro che sono figlie di un protezionismo patrimoniale finalizzato alla prosecuzione della macchina politica di destra. Facendo sommariamente i conti delle sostanze che andranno ereditate dagli aventi diritto, c’è da capire se il destino di Forza Italia è segnato o se questa si trasformerà e continuerà a foraggiare la causa. Le implicazioni che attengono al potere economico vanno anche oltre la politica (che non è mai fine a se stessa). Le aspettative ora divengono incerte e prima di far tabula rasa del passato è importante capire se c’è spazio per un futuro.
Una terza teoria va comunque valutata, quella della possibilità che certi interessi ora trovino collocazione nelle mani di un nuovo burattinaio. Ma al momento, considerando il “parterre” disponibile, appare una forzatura l’identificazione di un sostituto capace di aggregare interessi e accontentare gli amici.
Foto tratta da: facciabuco.com