Uggetti: accolte le scuse di Di Maio, ma aspetto ancora quelle di Salvini

Uggenti, Salvini; Renzi

L’ex sindaco Pd di Lodi, assolto dopo 5 anni dall’accusa di turbativa d’asta, commenta le scuse di Luigi Di Maio per la gogna mediatica nei giorni successivi al suo arresto. Accoglie le scuse del ministro e lui stesso dice che “ora è il momento di aprire una riflessione più ampia”. Volta pagina quindi Simone Uggetti e con eleganza ripaga l’altrettanto elegante gesto di Luigi Di Maio.

Di Maio. scuse pubbliche a Simone Uggetti, l’ex sindaco di Lodi

L’ex sindaco tiene però a precisare: “Da Salvini mi aspetto ancora le scuse. Durante la campagna elettorale del 2017 ricordo bene che mimò il segno delle manette”.
Precisa che è “contento della solidarietà” di Salvini, ma che vuole comunque le scuse del leader leghista. “Quel gesto è stato umiliante nei miei confronti”. E sottolinea: “Il mio caso deve essere l’occasione per avviare un processo di maturazione dei tre sistemi del nostro Paese: quello giudiziario, quello mediatico e quello politico.

Simone Uggetti esprime il suo auspicio in una politica più civile nel confronto. Che sappia adottare sistemi di tutela verso una reale giustizia. Ma spiega anche che è fondamentale una maggiore attenzione da parte dei media.

Nell’intervista a Repubblica, Uggetti parla anche del comportamento che il Pd (il suo partito), tenne ai tempi dell’arresto. “Molti vennero a trovarmi in carcere” dice, ripensando a quei momenti e aggiunge che tuttavia l’allora segretario, Renzi, lo scaricò piuttosto velocemente. Ma dice anche che verso di lui non ha acrimonia…

Uggetti conclude la parentesi su Renzi raccontando che quando lo rivide, tempo dopo, gli chiese come stesse e gli chiese del carcere. “Tutti pensano che sia il carcere il problema – spiega ancora Uggetti – ma il brutto arriva dopo. Glielo dissi: hai sbagliato sul caso Tempa Rossa e sulle dimissioni della ministra Guidi. Cambiò discorso”…

Articolo pubblicato su iFattiNews e InformareH24

 

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!