Ancora un Matteo a far vacillare le sorti del Governo, stavolta però si tratta di Renzi. Le sue ultime affermazioni hanno di fatto indotto a dedurre che sia intenzionato a procedere. Da un momento all’altro infatti, potrebbe ritirare i suoi, e aprire la crisi.
Gli scenari possibili sono: un mini rimpasto di governo (che tanto mini non sarebbe) oppure, un nuovo governo, il Conte ter.
Nel Pd l’idea è che Renzi, intanto voglia mandare in crisi l’attuale governo, poi, soltanto dopo, discutere sull’eventuale riassetto. Si auspica che Conte trovi la quadra e che magari si arrenda al rimpasto. Indiscrezioni vedrebbero sacrificare la ministra tecnica Luciana Lamorgese e lo spostamento di Di Maio agli Interni, per arrivare ad offrire gli Esteri a Renzi. Un rimpasto che soddisferebbe gli animi agitati e che salverebbe il governo dalla crisi.
In Italia viva gli animi sono “agitati”. Non ci sarebbe alcun Conte ter tra le ipotesi. “Se le ministre Iv lasciano, per noi con Conte è finita”.
Renzi non pensa al voto anticipato, e se ne intuisce il motivo, ma ragiona su un premier diverso: Dario Franceschini. Indica poi Di Maio, come vice premier.
Da parte di Luigi Di Maio arriva chiaro il monito, e in merito all’apertura di una crisi dice: “il Paese non ci perdonerebbe mai di averlo abbandonato in piena emergenza…”.
Indiscrezioni eccellenti
Dalle parole di “un ministro” arriva la conferma: Elena Bonetti, ministro delle pari opportunità e della famiglia e Teresa Bellanova, ministro delle politiche agricole, si dimetteranno. A quel punto Conte porta la crisi in Parlamento.
E poi, se da Iv non ci sarà il voto sul Recovery, malgrado l’accoglimento di Conte e Roberto Gualtieri a molte proposte di Renzi, Conte andrà in Parlamento per la verifica sui numeri della maggioranza.
Da Renzi tutto ciò è stato vissuto come una sfida, si sarebbe invece aspettato un faccia a faccia a Palazzo Chigi.
Un senatore molto vicino a Matteo Renzi avrebbe affermato che in questo modo Conte ha scoperto le sue carte facendo capire che “è alla ricerca di responsabili per salvarsi”, precisando che il premier non ha mai risposto alle lettere di Renzi.
Tuttavia in Iv alcuni sperano che arrivino risposte pubbliche del premier alle critiche ed alle proposte di Renzi in materia di Recovery, Mes e delega ai servizi segreti.
Altri invece, “gli uomini di punta” di Italia viva, sostengono che il disegno di Conte, in caso di elezioni anticipate, è la creazione di una sua lista elettorale.
i prossimi passi
Il Pd fa quadrato intorno al premier, ma chiede maggiore condivisione e da Conte arriva la volontà di sveltire la questione del Recovery.
Si concerterà quindi coi capi delegazione l’emergenza Covid e la nuova governance.
Governance ipotizzata da Conte a tre, con Gualtieri e Patuanelli, ma che invece potrebbe essere a cinque, con la presenza del ministro della Salute Roberto Speranza per Leu e del vicepresidente alla Camera Ettore Rosato per Italia viva.
La bozza del piano sarà consegnata a Palazzo Chigi dal Ministero dell’Economia e il premier aprirà il Consiglio dei ministri entro il 6 gennaio.
A quel punto si vedrà in quale direzione andranno le sorti del governo e se sarà scongiurato il pericolo del voto anticipato.