Una palpatina non è reato, purché duri meno di 10 secondi

Secondo il giudice una palpatina non è reto se dura pochi secondi

Un collaboratore scolastico tocca il sedere ad una minorenne, lo accusano di molestie, ma il giudice lo assolve perché la “palpatina” è durata neanche 10 secondi.

Invece il reato c’è e si configura nell’attimo in cui avviene!

La mano morta (piuttosto viva) del bidello

Secondo il giudice una palpatina non è reto se dura pochi secondiLe leggi a volte sono strane e prestano il fianco a interpretazioni, almeno questo è quanto si evince dai vari “luoghi comuni” dell’immaginario collettivo. Per la vicenda appena conclusa in sede giudiziaria tuttavia parrebbe aver prevalso il parere del giudice, piuttosto che l’applicazione della legge. Un collaboratore scolastico dell’Istituto Cine Tv Roberto Rossellini di Roma ha dovuto affrontare il giudizio per un’accusa di molestie sessuali a minore. Il pm aveva avanzato una richiesta di 3 anni e sei mesi per violenza sessuale.

L’episodio incriminato

Il fatto è stato riportato dal Corriere della Sera: la ragazza vittima dell’abuso era a scuola e stava salendo le scale, “sente qualcuno da dietro che le mette le mani nei pantaloni, sotto gli slip. Poi quelle mani, prima le toccano i glutei, poi le afferrano le mutandine, e infine si sente sollevata di due centimetri. La ragazza si gira, vede il bidello e si allontana, muta”.

Il giudice crede alla ragazza ma…

I giudici naturalmente hanno ascoltato il bidello, e hanno sentito la versione della giovane valutandola attendibile e credibile. Hanno anche creduto alla testimonianza della sua amica che si trovava con lei al momento dell’accaduto. Malgrado questo però, come riporta il quotidiano: l’azione è durata “una manciata di secondi, senza alcun indugio nel toccamento. Una manovra maldestra ma priva di concupiscenza”.

Insomma , secondo il giudizio del tribunale è un atto scherzoso, senza sfumature erotico-sessuali. Già, dev’essere così, e poi in fondo, non c’è stata nemmeno la gravidanza…

Una reazione prevedibile da parte degli studenti

La Rete degli Studenti Medi del Lazio, il sindacato studentesco, nell’apprendere la notizia ha espresso la propria rimostranza. La coordinatrice Tullia Nargiso ha dichiarato: “Siamo indignati dalla motivazione della sentenza. Di nuovo una molestia non viene riconosciuta in quanto tale per una motivazione assurda, questa volta addirittura in virtù della sua durata. Vogliamo sentirci sicure in ogni luogo, e in particolare a scuola che dovrebbe insegnare a riconoscere e abbattere le violenze di genere e le discriminazioni. Invece ancora una volta questo non succede, e anzi gli edifici scolastici diventano teatro di molestie neppure riconosciute e punite”.

E’ reato fare la mano morta?

Ma certo che si, e volendo essere espliciti, non è che si possa andare in giro a “toccare il culo” a chi capita, non si può nemmeno per scherzo! Lo conferma una sentenza della Corte di Cassazione (sez. III Penale, sentenza n. 38606/2019). La mano morta costituisce “violenza sessuale”. E se anche non si riesce ad appoggiare bene la mano, si rischia il reato di “violenza sessuale tentata”. Come si legge sul sito: dirittoegiustizia.it per la legge: “E’ sufficiente che il colpevole raggiunga le parti intime della persona offesa (zone genitali o comunque erogene). E’ indifferente che il contatto corporeo sia di breve durata o che la vittima sia riuscita a sottrarsi all’azione dell’aggressore o che quest’ultimo consegua la soddisfazione erotica”.

Foto: statoquotidiano.it

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!