Altra vittoria in favore dei lavoratori targata Movimento 5 Stelle

Luigi Di Maio annuncia che il decreto per le tutele ai riders è diventato legge.

Il capo politico del M5S dedica proprio ai lavoratori maggiormente vessati questa vittoria: l’entrata in vigore della legge sui riders.
La dedica a “chi se la passa male di questi tempi” e specialmente alle “persone che lavorano, come nel caso delle partite Iva e dei lavoratori dipendenti degli esercizi commerciali” che sono vittime di una “giungla degli orari di apertura e chiusura” con negozi “aperti 12 ore al giorno e 7 giorni su 7”, anticipando che il suo intendimento è “andare avanti come Governo” per cercare di garantire maggiori tutele proprio a queste persone.

Da adesso i riders sono tutelati come qualsiasi altro dipendente.
Su ilblogdellestelle.it Di Maio scrive: Ho aspettato la firma del Capo dello Stato per parlare. Ma adesso più che mai sento l’esigenza di dirvi una cosa importante. Da Ministro del Lavoro del precedente Governo, il giorno del mio insediamento, il 5 giugno 2018, avevo invitato al Ministero i giovani riders che tramite una app ogni giorno in bici portano cibo a casa degli italiani. E spesso per le carenti condizioni di sicurezza delle nostre strade rischiano addirittura la vita.

Non avevano un minimo orario, non avevano tutele assicurative, non avevano rimborsi spese, non avevano tutela pensionistica e non avevano neanche un datore di lavoro. Erano schiavi di un software che in base al punteggio li faceva lavorare di più o di meno, senza orari.

Da oggi sono lavoratori con le stesse tutele di un lavoratore dipendente. Non dipenderanno più dal punteggio del software, avranno tutele assicurative e pensionistiche, rimborsi spese e un minimo orario garantito.

Il Decreto Legge RIDERS è stato l’ultimo provvedimento che ho firmato da Ministro del Lavoro, prima della caduta del precedente Governo.

Da oggi è Legge. E per questo ringrazio il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e tutta la struttura del suo Ministero per averne assicurato il percorso di conversione. È la prima legge in Europa che garantisce diritti di questo tipo.

Ci sono sempre più “riders” in ogni categoria, giovani e meno giovani senza orario di lavoro, persone senza “diritto alla disconnessione”, lavoratori che pur di lavorare sono disposti a non guadagnare, operai ricattati di essere sostituiti con una macchina, se non abbassano le loro pretese.

Dopo il Decreto Dignità e il Decreto Riders, dobbiamo andare avanti come Governo nella tutela delle persone che lavorano, come nel caso delle partite Iva e dei lavoratori dipendenti degli esercizi commerciali che, a causa delle liberalizzazioni, sono sprofondati nella giungla degli orari di apertura e chiusura, cercando invano di battere i centri commerciali, rimanendo aperti 12 ore al giorno e 7 giorni su 7.

A loro e a tutti coloro che se la passano male di questi tempi, dedico il decreto riders. Buon lavoro a tutti i riders d’Italia, questa legge è il frutto di anni di vostre battaglie.

Non avremo fatto tutto subito. Ma un po’ alla volta faremo tutto quello che abbiamo promesso.

Un passo alla volta, senza esitare, instancabilmente, incuranti dei tentativi di alcuni, di svilire la buona politica

Ancora un tassello nel mondo del Lavoro e del Sociale “portato” dall’attività del Movimento 5 Stelle. Di cose da fare ce ne sono tante ancora e a poco a poco, grazie ad una politica rinnovata, ispirata al cambiamento di passo, tutte saranno compiute, ma c’è bisogno di ritrovare la voglia di lottare, di non isolare il Movimento, perchè minori saranno i consensi e più scarse saranno le possibilità di continuare a far bene per i cittadini.
Dobbiamo sentire l’obbligo di sbugiardare quei detrattori che ricorrono a meschine menzogne per insudiciarne l’immagine politica, abbiamo il dovere di difendere chi si adopera per la giustezza comune, per l’equità sociale, per i diritti e le tutele. L’alternativa è divenirne complici silenziosi.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!