Attesa la decisione del governo. Stretta alle misure contro il Coronavirus

Prevista in giornata una nuova stretta di misure per la lotta al contagio. Si attende solo la decisione del premier che dovrebbe arrivare a ore.
Le misure affinerebbero l’ultimo DPCM e non si tratterebbe quindi di un nuovo decreto.

I provvedimenti riguarderebbero, tra gli altri, lo stop all’attività fisica all’aperto, la chiusura nel weekend dei supermercati all’interno dei centri commerciali, previsto anche il divieto agli spostamenti nelle seconde case.

La precisazione da Palazzo Chigi è che comunque “i supermercati, gli ipermercati e i negozi di generi alimentari resteranno aperti durante il fine settimana”.

La polizia locale di Roma ha disposto che domani “e fino a nuova diversa disposizione”, i controlli non saranno più a campione, ma interesseranno tutte le auto in circolazione.

La prefettura di Milano ha reso noto che oggi, nella sede del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, con la presenza degli assessori regionali Riccardo De Corato e Pietro Foroni, è stata decisa una rimodulazione in rispetto alle indicazioni del Ministro dell’Interno: 114 unità di militari dell’Esercito di Strade Sicure verranno impiegate direttamente nel controllo delle misure di contenimento della diffusione del Coronavirus.

Critiche dal governatore della Lombardia, Fontana. Giudica troppo pochi i militari disposti dalla Prefettura e dichiara: “Una delle richieste che ho fatto ieri, cioè quella legata all’uso dell’esercito, è stata accolta, anche se in maniera sicuramente limitativa: si parla di 114 militari, il che vuole dire praticamente niente. Bisogna aggiungere almeno uno zero a quella cifra per discutere seriamente del problema, ma è positivo che la mia richiesta sia stata accolta. Abbiamo fatto il nostro consueto incontro con i sindaci e abbiamo deciso di predisporre un elenco delle richieste che siano compatibili con le nostre possibilità, con le nostre competenze, che avanzeremo al presidente del Consiglio. Se saranno disattese, prenderemo provvedimenti che abbiamo stabilito essere congiunti per limitare comunque queste attività che riteniamo incompatibili”.
Attilio Fontana ha inoltre spiegato: “saranno chieste limitazioni all’attività fisica, lo stop di tutte le attività negli uffici e studi professionali, nei cantieri, nelle attività commerciali, e la valutazione delle filiere che posano ritenersi assolutamente estranee con quelle essenziali per l’attività della nostra regione”.

A Uno mattina su Radio Rai, il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Inca’ ha lamentato la presenza di persone che malgrado le restrizioni, praticano jogging, si riuniscono, escono da casa senza validi motivi.

Roberto Fico, il presidente della Camera, fa appello al senso di responsabilità e esprime parole d’apprezzamento per la collaborazione tra le forze politiche.
Parlando ai microfoni di Radio24, Fico ha detto: “Ieri alla capigruppo ho visto massima collaborazione come sullo scostamento di bilancio.

Auspico che questa collaborazione continui e sono sicuro che debba continuare. Dobbiamo essere uniti più che mai in una emergenza che coinvolge tutti. Noi siamo semplici servitori dello Stato. Sono convinto che questa epidemia vada combattuta con la serietà e la responsabilità di tutti i cittadini italiani, un popolo unito che lotta. Oggi la maggior parte agisce in modo stupendo e li ringrazio. Chi non rispetta le prescrizioni lo deve fare”. Aggiungendo inoltre: “Io sono per la sanità pubblica. La sanità pubblica è stata depredata negli anni, dobbiamo ripartire dalla sanità pubblica, valorizzarla con una spesa pubblica adeguata. Abbiamo pochi posti in terapia intensiva a causa dei tagli e dobbiamo aumentarla”.

Da Silvio Berlusconi, il leader di Forza Italia arrivano parole di coooperazione: “Da opposizione seria, responsabile, oggi il nostro compito è cooperare. Più avanti, ad emergenza finita, discuteremo degli errori se degli errori sono stati commessi. Siamo in guerra e in questi momenti ci si stringe tutti attorno a chi governa. Ci sono stati ritardi ma non e’ il momento delle polemiche. Noi chiediamo misure più restrittive, soprattutto in Lombardia. Poi più sostegno all’economia che rischia di collassare. chiediamo al governo di fare di più su quel fronte. Ce la faremo ma dobbiamo prepararci a mesi molto difficili: il governo deve essere all’altezza degli italiani e preparare la ripresa”.

Matteo Renzi non si dice d’accordo con la riduzione degli orari dei negozi: “Non sono giorni facili. Serve molta lucidità. Invito coloro che hanno responsabilità a decidere senza rincorrere gli umori ma seguendo il buon senso. Ridurre gli orari dei negozi crea solo più problemi: più calca, più code, più contagi. Aiutiamoci tutti e insieme ce la faremo”.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!