Calenda: No alle primarie, il Pd si decida. In campo io e la Raggi

Il leader di Azione, Carlo Calenda, non cede, non vuol perdere terreno nella corsa a sindaco della capitale.
E’ stato tra i primi a candidarsi e dice che da ottobre sta lavorando su Roma per “far funzionare la capitale” e aggiunge di non voler buttare questo lavoro. Ha spiegato in un’intervista a Rainews24.

Nell’intervista Calenda dice: “con il Pd, in questo momento, abbiamo ripreso a parlarci”. Invece sul panorama delle elezioni il leader di Azione sostiene: “gli unici due candidati in campo siamo io e la Raggi. Io lavoro. Poi Letta farà le sue analisi. Cerco un fronte largo, non di strappare: io partecipo a tutti i tavoli e vado avanti”.

Sulle primarie Calenda spiega di non potersi candidare, perché non fa parte del Pd. Ma aggiunge pure che, tanto non si faranno, “se ne parla da ottobre…”.
“E’ un sistema – dice, con malcelata critica – con cui si prende del tempo, tant’è che quando trovano un potenziale candidato come Gualtieri dicono che non si fanno…”.
Lascia però la porta aperta, anzi spalancata, e chiude dichiarando di essere disponibile a “costruire un programma e una squadra insieme con il Pd e oltre. Ma deve decidere il Pd. Quando deciderà cosa fare ci sederemo e decideremo”.

Articolo pubblicato dall’autore in informareh24.it

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!

Calenda: No alle primarie, il Pd si decida. In campo io e la Raggi

Il leader di Azione, Carlo Calenda, non cede, non vuol perdere terreno nella corsa a sindaco della capitale.
E’ stato tra i primi a candidarsi e dice che da ottobre sta lavorando su Roma per “far funzionare la capitale” e aggiunge di non voler buttare questo lavoro. Ha spiegato in un’intervista a Rainews24.

Nell’intervista Calenda dice: “con il Pd, in questo momento, abbiamo ripreso a parlarci”. Invece sul panorama delle elezioni il leader di Azione sostiene: “gli unici due candidati in campo siamo io e la Raggi. Io lavoro. Poi Letta farà le sue analisi. Cerco un fronte largo, non di strappare: io partecipo a tutti i tavoli e vado avanti”.

Sulle primarie Calenda spiega di non potersi candidare, perché non fa parte del Pd. Ma aggiunge pure che, tanto non si faranno, “se ne parla da ottobre…”.
“E’ un sistema – dice, con malcelata critica – con cui si prende del tempo, tant’è che quando trovano un potenziale candidato come Gualtieri dicono che non si fanno…”.
Lascia però la porta aperta, anzi spalancata, e chiude dichiarando di essere disponibile a “costruire un programma e una squadra insieme con il Pd e oltre. Ma deve decidere il Pd. Quando deciderà cosa fare ci sederemo e decideremo”.