Coronavirus: forse restrizioni fino al 2 maggio. Boccia: nessuna Regione chiede di partire prima

Sarebbe probabile un’ulteriore proroga delle misure di isolamento, almeno fino al 2 maggio. Un prolungamento di 14 giorni quindi, delle attuali misure restrittive indicate dal dpcm in scadenza il 13 aprile.
Resta in discussione la possibilità che alcune piccole attività inerenti alla filiera agroalimentare e sanitaria, possano riaprire (nel rispetto delle misure di distanziamento sociale) subito dopo le festività pasquali.

Giuseppe Conte, ha incontrato le Parti sociali (in videoconferenza), i sindacati Cgil, Cisl e Uil e Confindustria, sul tema delle misure di contenimento da attuare per le attività produttive, dopo il 13 aprile.

Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, subito dopo l’incontro in videoconferenza con i sindaci dei capoluoghi Lombardi e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha rilasciato le sue dichiarazioni alla stampa, dichiarando che nessuna Regione ha chiesto di partire prima di altre, e che “la cabina di regia serve a condividere il percorso”.
Boccia ha inoltre precisato: “Quando si deciderà di riaccendere l’interruttore il percorso sarà lento e graduale”, aggiungendo che avverrà in maniera diversa “da territorio a territorio”. “Quando si ripartirà – ha infine spiegato – sarà necessario mettere in sicurezza il Sistema Sanitario Territoriale, ci sono parti del Paese che hanno i numeri per una tenuta della Sanità territoriale, mentre altre sono ancora sofferenti”.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!