Creare un profilo social che ci spacci per qualcun’altro costituisce reato.
La più grande operazione di pulizia è stata compiuta da Facebook nel corso dei primi tre mesi dello scorso anno. Dalla piattaforma sono stati individuati e rimossi circa 2,19 miliardi di falsi profili. Un record mai registrato prima.
Un profilo falso può essere una buona “Maschera” per flirtare indisturbati senza che lui o lei possa accorgersene. La comodità è anche quella di controllare il profilo del partner, senza rivelarsi.
C’è chi altera il proprio status per fingersi più importante o per dare una percezione più intrigante di sé.
Queste pratiche sono in qualche modo illecite?
In base a quanto è descritto nell’articolo 494 del Codice penale (sostituzione di persona): “Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria, all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino ad un anno”.
C’è inoltre un’altra sfumatura legale da considerare: lo sfruttamento dell’immagine di un terzo, per creare un falso account da utilizzare nelle reti sociali, integra il reato di sostituzione di persona, ed è come tale sanzionabile penalmente ex articolo 494 del Codice penale. Nel 2016 un uomo sposato che si era finto single al fine di conquistare un’altra donna, si vide condannato dalla Suprema Corte di Cassazione.
Chi crea un falso account su un social network agisce con dolo specifico, cioè col preciso scopo di condurre una condotta illecita. Tale assunto resta immutato anche se questa, non dovesse portare vantaggio all’attore del reato in oggetto.
Registrarsi con un nome fittizio o con quello di una persona famosa, mentire sull’età, utilizzare per il profilo una foto di altri, millantare una qualifica professionale, e anche attribuirsi grado di parentela con qualcuno che in realtà non sia tale, sono considerati reati.
Si potrebbe andare avanti ancora con altri esempi, ma in sintesi il nocciolo della questione è che: dichiarare il falso costituisce reato.
Insomma i fantasiosi navigatori dei social sono avvisati. La sostituzione di persona è un illecito perseguito dalla legge. E anche solo mentire sulla propria reale condizione, allo scopo di indurre altri in errore di valutazione, è annoverato come reato dal Cod penale.
Le motivazioni che spingono alcuni a commettere questo tipo di pratica illecita non sono unicamente di carattere privato (corteggiamento o controllo del partner). Esistono purtroppo tantissimi casi che hanno interessato la Magistratura, di account falsi, creati allo scopo di manovrare l’opinione pubblica nella politica, generare fake news, destare sdegno in determinate compagini politiche. Il prezzo da pagare però rientra nel “penale” e allora sarà bene che prima di avventurarsi in un esercizio simile, si tenga conto delle eventuali conseguenze.
In conclusione, a meno che non ci si chiami Alvaro Morte e non si stia recitando ne “la Casa di carta” non sarà opportuno alterare la propria identità, neanche per scherzare!