La calunnia è un venticello…

Dopo un anno di governo gialloverde, volendo tirare le somme, possiamo certamente fare alcune considerazioni: le cose sono fortemente cambiate, in certi tratti sono sovvertite, almeno apparentemente.

Le certezze che davano il Movimento 5 Stelle come partito principe nel nostro Paese, sono andate via, via, affievolendosi, fino a decretare, con le elezioni europee, la Lega come partito più votato dagli elettori.

In casa pentastellata il malcontento e le contraddizioni interne hanno prodotto esodi volontari e cacciate solenni di militanti e deputati. Ad un certo punto si è arrivati a parlare, in certi corridoi, addirittura di una possibile spaccatura del Movimento stesso.

Anche la guerra intrapresa dagli avversari politici contro le amministrazioni di Torino (leggi Appendino) e soprattutto di Roma (leggi Raggi), ha contribuito alla grande confusione interna.

Va detto che il capo politico e i massimi esponenti della politica in quota al M5S, non hanno mai perso la calma e tanto meno la testa, nè in sede di attacchi anche violenti sui media, nè in ambito della gestione dell’esecutivo. Questo raziocinio e la grande volontà di proseguire nell’azione di governo hanno consentito la sopravvivenza e la continuità politica.

L’elemento Salvini, non è stato certo d’aiuto al Movimento, sia in modo passivo, ad esempio nella decisione di procedere contro la Lega nella contestazione dei Pm sui rimborsi elettorali (i famosi 49 mln di euro), e sia in maniera attiva, con le sue prese di posizione su Tav, migranti e quant’altro. Insomma un alleato di governo che ha innescato non pochi dibattiti a distanza tra vicepremier, che hanno avuto ripercussioni sull’opinione pubblica, ulteriormente spaccata.

In un anno di governo, moltissime leggi e provvedimenti, sono stati messe in campo proprio dal M5S: il decreto dignità, il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari, la diminuzione del premio INAIL alle aziende, il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza, la legge anticorruzione “la spazzacorrotti” che ha fatto venire a galla tante porcherie nelle fila dei soliti partiti e che gli italiani da mezzo secolo invocano… E un sacco di altri provvedimenti, misure e leggi, tutte strutturate a tutela dei cittadini ed al rilancio del’economia, ma anche e soprattutto all’insegna di una sempre maggiore trasparenza contro gli sprechi di denaro pubblico.

Eppure, queste attività non sono bastate a soddisfare gli elettori che anzi, in taluni casi, piuttosto che documentarsi, hanno dato ascolto alle menzogne mediatiche (dalla Stampa, alla Tv, passando anche per il Web) e si sono lasciati persuadere che ci sia del marcio anche nel Movimento…( ? ) Scegliendo di invertire di nuovo la rotta ed appiattirsi per l’ennesima volta al volere dei partiti tradizionali, che per anni, gli elettori stessi hanno condannato e maledetto. La grande contraddizione, il paradosso, il non plus ultra dell’autolesionismo politico-sociale.

Cosa scatti nella mente di una persona, non è di facile comprensione. Perché mai se le cose vanno come si auspica che vadano, poi si cerca il pelo nell’uovo e come una iena si aspetta con impazienza lo scivolone del politico di turno per montare sullo sgabello e gridare in faccia al mondo che “sono tutti uguali”?
Tutti uguali un cazzo, direbbero quelli che parlano bene, cos’ha di “uguale” agli altri, un movimento politico che si taglia i benefici, non solo economici, che lotta da solo contro tutti in nome dell’onestà?
E proprio il concetto di onestà viene preso a sberleffo dai detrattori, dagli ostili, da coloro che remano contro per difendere i propri interessi, per continuare a fare il bello e il cattivo tempo, approfittando della politica. E gli elettori che fanno? Abboccano!

La ricerca del “nemico”, del despota, dell’ingannatore, di colui che ci sa raggirare con lusinghe e promesse che poi disattende… E’ questo lo spettro che si deve continuare ad evocare dunque? Evidentemente è così che si rassicurano le più meste abitudini ad essere vessati, sopportando e piangendosi addosso desolati col più profondo convincimento che comunque si è spacciati. Dev’essere una brutta sindrome che colpisce l’elettorato e va soddisfatta anche a costo di accettare una evidente bugia purché si possa tener vivo il luogo comune. Piove… Governo ladro! Il governo dev’essere ladro! Tutti gli schemi immagazzinati in tanti anni di conduzioni disoneste, sono ormai parte integrante del pensiero e non si possono archiviare semplicemente, non si riesce più ad accettarne di nuovi.

Sarà bene darsi una svegliata, contarsi, ragionare sulla linea di reazione, imparare a smentire le menzogne sputtanando senza pietà chi sparge fango e merda. Non si può restare fermi e porgere l’altra guancia, l’ha fatto già qualcuno, ma è finito crocifisso e il mondo ha continuato a fare schifo lo stesso. E poi l’immagine di Di Maio in mutande, con la corona di spine in testa, appeso ad una croce, francamente non dev’essere uno spettacolo gradevole. Scherzi a parte, Di Maio ha saputo condurre lotte importanti e non ha mai perso lo smalto e la voglia di proseguire, di realizzare gli obiettivi di governo e del Movimento 5 Stelle. Solo per questo già merita grande rispetto.

Ora sarebbe proprio il caso che ognuno di noi faccia appello alla propria coscienza e decida cosa vuole davvero dalla politica. Una fase delicata che deve richiamare i dubbiosi al ragionamento, che non deve transigere sul desiderio di continuare a sperare nel “Governo del Cambiamento” Perchè altrimenti tanto varrà lasciarsi cullare da ciò che accadrà sperando di aver abbastanza culo da essere tra i favoriti dalla politica piuttosto che trovarsi dalla parte di chi la subisce, di chi resta schiacciato tra le pieghe della burocrazia, di chi non conta niente perché non ha le amicizie giuste.

Perché questi concetti semplici, addirittura banali e ovvi, non vengono sostenuti a gran voce da tutti quelli che pretendono da chi amministra la Cosa Pubblica, serietà e correttezza? Cos’è che ci fa chinare il capo e far spallucce, ripetendoci come in un mantra catastrofico, che “le cose non cambieranno”?

Un’espressione ormai sdoganata, derivante dal turpiloquio di bassa levatura, recita che “bisogna tirar fuori le palle”, allora che si tirino fuori ‘ste palle, perché con questo andazzo si rischia solo di farsele schiacciare.

Reagire e dimostrare che si sta facendo bene, non è più un’opzione, ma un obbligo verso la propria intelligenza.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!