L’ambasciatore cinese in Israele, trovato morto in casa

Du Wei, l’ambasciatore cinese è stato trovato morto nella sua casa ad Herzliya, questa mattina. La notizia è stata diffusa dai media e confermata dal ministero degli Esteri israeliano.
Al momento sono in corso le indagini della polizia e ancora nessun altro elemento in merito alla morte dell’ambasciatore è stato reso noto.

Du Wei viveva in Israele con la moglie ed il figlio, che però non erano nel Paese in questo momento.
L’ambasciatore cinese aveva 57 anni ed ara arrivato in Israele lo scorso febbraio, nel pieno conclamarsi della pandemia.
Prima di assolvere all’incarico presso l’ambasciata, era stato inviato cinese in Ucraina.
Qualche giorno fa aveva scritto per il Jerusalem Post, un articolo nel quale paragonava la resilienza della Cina nella lotta contro il Covid-19 a quella degli israeliani.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!