Storia di Luigi, Nicola e del pericoloso uragano nero

Le due famiglie non si erano mai potute sopportare, le accuse reciproche erano costanti e continue, a volte alcuni componenti delle due famiglie erano addirittura venuti alle mani. Insomma per farla breve, tra loro non correva certo buon sangue.

Ogni componente di uno o dell’altro gruppo, aspettava come un cinese, che l’altro facesse un passo falso per aggredirlo verbalmente e rimbeccarlo. Tra loro volavano epiteti e accuse che andavano “dal farabutto al ladro, dall’incapace all’idiota cronico”, e la cosa andava avanti cosi da un bel po’ di tempo.

Venne la stagione delle piogge, e arrivò quasi improvvisa, stavolta era come se la forza della natura volesse travolgere tutto. Piogge violente, vento forte, il cielo si faceva sempre più nero e iniziò la grandine con chicchi grossi come palle da tennis che s’infrangevano ovunque devastando tutto.
L’isola pareva andare incontro alla distruzione certa e le due famiglie erano in preda al panico. Uno dei figli più grandi di una delle due, disse agli altri che era il caso di lasciare l’isola piuttosto che lasciarsi sopraffare da quello che stava divenendo sempre più un uragano. Ma agli altri risposero che non avevano remi e che tentare di saltare in barca e lasciarsi portare dalla corrente, sarebbe stata un’impresa folle più che disperata.

Anche nell’altra famiglia uno dei figli avanzò la stesa idea, si doveva scappar via dall’isola prima che questa venisse definitivamente travolta dalla furia della natura. O partire o morire, non c’è alternativa, disse. Ma anche in questo caso la difficoltà soggettiva era che loro avevano si una barca dotata di remi forti e robusti, ma la barca era fradicia e il fondo era completamente bucato…

I due gruppi sembravano spacciati, non c’era verso di contenere quella terribile ondata di maltempo che ormai da giorni imperversava su quel fazzoletto di terra, fino a ieri rigogliosa e fertile.
La soluzione sarebbe stata quella di unire le forze e saltar tutti dentro la barca sana, usando i remi dell’altra, e quindi allontanarsi subito dal pericolo. Ma l’orgoglio, l’astio, le antiche ferite, non potevano essere messe da parte. Non ci si può buttare alle spalle un passato di offese reciproche e fingere che non sia successo niente… In certi casi meglio affrontare una morte dignitosa piuttosto che piegarsi all’altro. Poi chi avrebbe fatto il primo passo? Chi si sarebbe recato dagli odiati nemici per proporre un accordo? E se questi avessero disdegnato e per tutta risposta avessero detto che non si sarebbero mai alleati? Quale umiliazione più grande avrebbe dovuto sopportare il proponente?

Sarà stato perché l’ultima grandinata distrusse definitivamente il tetto di una delle due case, sarà stato perché il vento forte abbatté gli alberi che fecero crollare una parete dell’altra casa… quello che successe fu che le due famiglie corsero rispettivamente l’una verso l’altra, si incontrarono a metà strada, si fermarono quasi sorpresi, poi ripresero a camminare e quando furono ad un metro dissero quasi all’unisono che avevano bisogno d’aiuto, un aiuto reciproco!

Si abbracciarono e si scusarono per le cattiverie passate e nessuno sembrava più ricordare i motivi che li avevano inimicati, poi convennero che era il caso di affrontare tutti insieme il viaggio verso una terra vicina, dove l’uragano non era arrivato. Si sarebbero salvati, si, era quella l’unica strada, mettere da parte il rancore e unire le forze per battere il nemico vero.

Fu un viaggio breve, bastarono pochi giorni e giunsero alla nuova terra, iniziarono immediatamente a pianificare il da farsi e ripartirono. Erano forti adesso, erano diventai una squadra compatta e determinata. Il nemico era sconfitto e la sua azione aveva provocato suo malgrado un rinnovamento nelle due famiglie che, da quel momento, pur conservando la propria identità dettero vita ad un unico soggetto forte e vincente. S’era creata una nuova famiglia composta da persone che avevano origini e idee diverse, ma profondamente simili nell’intenzione di migliorare la condizione propria e degli altri.

Solo il coraggio e la determinazione di Luigi e Nicola (questi erano i nomi dei due capofamiglia) consentirono di battere l’uragano che poi i meteorologi battezzarono Matteo, un po’ come fanno gli americani, anche se loro preferiscono attribuire nomi femminili a questi drammatici e pericolosi eventi.

Ogni riferimento a persone e fatti realmente esistenti non è casuale.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!