Data storica quella di oggi 26 giugno 2020. A New York la Camera con maggioranza democratica, approva un progetto di legge per sancire il District of Columbia (dove si trova la capitale federale Washington), come 51° Stato dell’Unione.
La mozione ha goduto del favore di 232 voti, mentre i contrari sono stati 180.
Questa decisione implicherà il diritto di eleggere rappresentanti alla Camera e al Senato. Un diritto che fino ad ora era sempre stato negato e avversato dai repubblicani, e naturalmente anche Trump ha sempre preso una posizione fortemente avversa in tale questione.
Il Tycoon, qualche tempo fa archiviò la possibilità affermando che non è possibile permettere ad una città “troppo democratica e troppo liberale” come Washington, che nel 2016 ha dato il 91% dei voti a Hillary Clinton, di portare un deputato e due senatori a Capitol Hill. Trump sentenziò lapidariamente: “Dc non sarà mai uno Stato”.
La speaker della Camera Nancy Pelosi è su posizioni antitetiche e ha dato pieno sostegno alla nuova iniziativa dei democratici, dopo l’ultimo tentativo fallito del 1993: “Bisogna porre rimedio a questa ingiustizia, e’ una questione di democrazia”. Questa la sua dichiarazione resa, che non lascia dubbi sulla sua idea e sull’appoggio all’iniziativa.
Insomma pare proprio che i fabbricanti di bandiere USA, dovranno iniziare a provvedere al riconteggio delle stelle sulla divisa americana. A Trump piacendo o meno.
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Pubblicato da Giorgio Consolandi
Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!
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