Piccoli politici, grandi errori
–
Caro Di Mizio,
l’attuale classe politica mostra tutti i suoi limiti. Basta guardare a quanto errori tattici fanno i suoi leader, da destra a sinistra.
Manuele Prati.
Gentile lettore,
è facile giudicare a posteriori, ma è difficile vedere la giusta via a priori. Lei ha ragione quando parla di errori dei politici. Potremmo citare Salvini che dal Papeete annunciò la fine del governo coi 5 Stelle. O Renzi che si intitolò un referendum sulla riforma costituzionale, convinto che sarebbe uscito consacrato dal bagno delle urne e invece ne uscì bagnato fradicio. E vedremo cosa gli porterà la crisi di governo aperta ieri.
Certo, stiamo parlando di errori pacchiani e di politicanti mediocri. Tuttavia, in genere è difficile stabilire quale corso tenere, in politica come in guerra. Pensi che dopo duemila anni gli storici ancora discutono se “gli ozi di Capua” furono o no la causa della sconfitta di Annibale, quando la vittoria su Roma era sembrata a portata di mano. Non so se ha presente la storia.
Il cartaginese entrò in Italia attraverso le Alpi e sbaragliò tutte le legioni romane. Ma non attaccò l’Urbe: l’aggirò e si stabilì nel sud d’Italia.
Fu un errore? Oppure Annibale sapeva di non avere le forze per condurre un lungo assedio, col pericolo anche di essere attaccato dalle città rimaste fedeli a Roma? Fatto sta che trascorse anni nel sud d’Italia, guerreggiando e sperando sempre che Roma, tagliata fuori dai rifornimenti del meridione, si logorasse.
Invece Roma si rafforzò e lanciò addirittura un attacco a sorpresa contro Cartagine. A quel punto Annibale fu richiamato in fretta in patria. Errori o necessità? Neppure i posteri rispondono all’ardua sentenza.